giovedì 12 marzo 2020

(499) Alvvays - Archie, Marry Me

Album: Alvvays
Anno: 2014


Esisterebbero gli Alvvays senza i semi gettati qualche anno prima dai Pains Of Beeing Pure At Heart? Sì, probabilmente, anche se è naturale pensare che la band di Toronto sia l'erede al trono designata di Kip Berman e soci. L'attitudine è la stessa e gli stessi sono i modelli di riferimento.
Quando uscì Alvvays, l'album d'esordio, il gruppo capitanato da Molly Rankin sembrava avere già le idee perfettamente chiare e Marry Me, Archie, con la sua virgola d'ordinanza, le sue chitarre jangly e il suo geniale ritornello "Ehy Ehy", è subito apparso per quello che è: la perfect pop song che tante band inseguono per una carriera e che questi ventenni canadesi hanno infilato subito senza colpo ferire. 
C'è qualcosa di profondamente letterario, quando Molly canta so honey take me by the hands and we can sign some papers, in uno dei passaggi più miracolosamente e semplicemente dinamici della storia del guitar pop. Memorie di timido ribellismo vissuto forse in un film degli anni Sessanta visto alla tv via cavo. E un lessico che suona da romanzo ma è infilato in una canzone deliberatamente pop con un'ironia straniante.
Perchè gli Alvvays erano e sono così: popolar-intellettuali un po' come i Belle & Sebastian ma capaci di essere catchy fino alla morte come i Teenage Fanclub ed eleganti come i Camera Obscura (ehy, c'è un gemellaggio in corso fra Toronto e Glasgow!). 
E comunque Archie, chiunque tu sia, che cosa aspetti a dire di sì: Marry me, Molly! Te lo diciamo tutti in coro, noi che ci siamo innamorati di questa ragazza cresciuta nell'idilliaca Isola Prince Edward. E te lo dice pure quella vecchia volpe di Ben Gibbard, che di canzoni ne sa qualcosa. 

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